Nel libro «Movimento operaio e Resistenza a Fabriano 1884-1944», Argalia Editore Urbino (1976), si può leggere – nelle sue linee generali e con documenti alla mano – cosa accadde in città il 13 luglio 1944 e i nomi di quanti, in vario modo, contribuirono alla cacciata dei nazifascisti da Fabriano. In questa sede si ricorderanno i componenti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN), che nel settembre 1943 sostituì il Comitato Antifascista sia nell’organizzare e coordinare la Resistenza, valendosi del foglio periodico clandestino «La Riscossa», sia nel sostegno alla popolazione civile a liberazione avvenuta, facendosi carico dell’arduo compito della ricostruzione e della ripresa democratica. I componenti del CLN furono i più autorevoli dell’antifascismo, come prefigurazione di una nuova idea dello Stato, fondata sui partiti politici in rappresentanza della popolazione, e non più sulle gerarchie e sulle oligarchie.
Come ha scritto Massimo Papini (in «Il governo della Resistenza: il CLN delle Marche», Quaderni del Museo della Liberazione di Ancona-N.2, 2011) l’esperienza dei CLN maturò nel pieno della rinascita democratica e cessò di vivere nel 1946, dopo le elezioni della Costituente, il referendum e le amministrative, quando i partiti sentirono il bisogno di mobilitare autonomamente energie e passioni.
Storicamente l’esperienza del CLN marchigiano andò oltre rispetto al resto d’Italia, avendo dato vita il 3 dicembre 1944 alla Consulta regionale, che unì le esperienze dei comitati delle 4 province e anticipò di 25 anni la nascita della Regione Marche.
Il presidente del CLN fabrianese fu Armando Fancelli, del Partito d’azione, proveniente dal Partito repubblicano. Durante la dittatura fu continuamente perseguitato e più volte arrestato. Dopo la liberazione fu assessore della Giunta Bennani. Il LabStoria ha proposto che gli venga simbolicamente intitolato lo slargo posto tra il monumento ai Caduti e quello al Partigiano. In ordine alfabetico seguono:
avv. Luigi Bennani, del Partito socialista, fu uno dei protagonisti della Settimana Rossa ed eletto deputato nel 1921. Dopo la liberazione fu il primo sindaco della città. Durante la dittatura subì persecuzioni e arresti. Uomo di elevata cultura fu Padre Costituente e vicepresidente della RAI.
Avv. Lamberto Corsi, proveniente dal Partito popolare, nel dopoguerra fece parte del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana e, forse, negli anni a venire nessuno meglio di lui avrebbe meritato di rappresentare il partito nelle aule parlamentari. Partecipò alla Prima guerra mondiale e condusse la lotta contro il fascismo con coraggio, subendo persecuzioni e carcere. Fu assessore nella Giunta Bennani.
Erminio Latini, proveniente dal Partito repubblicano, fu tra i fondatori della sezione del Partito d’Azione, che rappresentò nel CLN. Antifascista irriducibile, subì persecuzioni durante la dittatura. Nella sua abitazione, nell’illegalità, si riunì spesso il CLN e per tale ragione la piazza ove abitava prese il nome di «Piazza dei Partigiani».
Vito Nicoletti, riminese di nascita, confinato politico a Fabriano, fece parte per un breve periodo del CLN, nel dopoguerra fu assessore della Giunta Innamorati poi segretario della Camera del lavoro, divenendo uno dei protagonisti delle lotte sindacali di quel periodo, come «la marcia della fame» dei braccianti di Castelletta.
Andrea Roselli, il comandante Cesare, fu tra i fondatori della sezione del Partito comunista d’Italia, di cui fu primo segretario. Partecipò come ufficiale a entrambe le guerre. Durante il ventennio subì persecuzioni e angherie senza soste, di cui si trovano tracce sul Progresso del 1971, in occasione del 50° della nascita del partito. Durante la Resistenza gli venne affidato il compito di organizzare i gruppi armati e più di una volta entrò in collisione con il comandante Bartolo Chiorri per diversità di vedute.
Antonio Serafini, proveniente dal Partito socialista, segretario del CLN, durante il ventennio subì persecuzioni e carcere. Nel 1940 aderì al PCI, contribuendo alla riorganizzazione della sezione di Fabriano, rischiando il confino di polizia. Dopo la liberazione, fu assessore della Giunta Bennani.
Giovanni Tizzoni, proveniente dal Partito repubblicano, fu tra i fondatori della sezione del Partito d’Azione. Fu perseguitato dal fascismo, ma non cedette mai. Anche lui fece parte della Giunta Bennani dopo la liberazione.
Collaborarono, altresì, con il CLN: Mariano Baglioni (Responsabile della radio clandestina con cui venivano concordati i lanci aerei e le missioni con gli alleati); Egidio Cardona (il partigiano Gigi, comandante del gruppo Tigre); Attilio Cartoni (PCI); Candido Crialesi (Partito d’Azione, vice comandante dei gruppi di montagna); Engles Profili (PCI, con Oreste Bonomelli, Federico Gentilucci, Attilio Franca, G. Battista Mei, responsabile della stampa clandestina), Alfredo Sentinelli (PCI, 14 anni di confino, comandante dei Gap, amico di Sandro Pertini); Otello Suardi (PCI).
Non figurano donne alla testa della Resistenza, ma questi uomini svolsero un ruolo di primo piano perché a fianco ebbero donne devote e amanti della libertà quanto i loro mariti!
Armando Fancelli
Andrea Roselli, il comandante Cesare