Il dottor Ulisse Mannucci (1922-1913), autore del saggio La filigrana nelle applicazioni dei cartai fabrianesi, pubblicato nel libro Carta e cartiere nelle Marche e nell’Umbria dalle manifatture medioevali all’industrializzazione – edizione speciale del quaderno monografico n. 13 della rivista «Proposte e ricerche» per la Pia Università dei Cartai di Fabriano da me curato e stampato nel 1993 dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – conclude il suo studio auspicando un maggiore approfondimento della storia della filigrana e delle relative tecniche e propone di indire un convegno in occasione del settecentesimo anniversario (1293-1993) del più antico documento filigranato conservato nell’ Archivio Storico Comunale di Fabriano.
La Pia Università dei cartai accoglie l’invito dell’ex prestigioso direttore di produzione delle Cartiere Miliani, stimato conservatore dal 1986 del prezioso Archivio Storico delle Miliani, il primo in Italia degli archivi aziendali sottoposto a vincolo dello Stato nel 1964 per il “notevole interesse storico” e l’importanza del materiale documentario in esso conservato dalla metà del XVIII secolo. Si organizza il convegno internazionale sul tema Produzione e uso delle carte filigranate in Europa, Secoli XIII-XX, che si svolge a Fabriano dall’uno al due ottobre 1993 con il patrocinio dell’International Association of Paper Historians, dell’Università degli Studi di Camerino, dell’Istituto Internazionale di Storia Economica “Francesco Datini” di Prato, dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e del Museo della Carta e della Filigrana. Un’iniziativa di alto valore culturale se si considera che per la prima volta in Italia si dedica un convegno di studi alla filigranologia ormai elevata al rango di scienza ausiliaria della storia. Per diffondere i risultati storici e scientifici dell’evento la Pia Università dei Cartai nel 1996 pubblica gli Atti del convegno riuniti in un volume di 440 pagine che ho curato con la preziosa collaborazione per la stampa di Marcello Faggioni. Diciannove i relatori che partecipano al convegno. di questi tredici italiani, due francesi, uno spagnolo, uno inglese e lo svizzero Peter F. Tschudin, presidente dell’International Association of Paper Historians. Dai partecipanti partono nuovi stimoli per coltivare gli studi specialistici di filigranologia e per proseguire le ricerche e i lavori all’insegna di una consolidata collaborazione e un continuo confronto fra gli studiosi europei del settore.
Mannucci porta un importante contributo storico-scientifico con la sua monografia pubblicata nel volume degli Atti con il titolo La filigrana nella carte valori. Secoli XVIII-XX. Ricostruisce la storia della carta utilizzata “come unità di misura delle merci in luogo della moneta metallica” risalendo alle origini e facendo anche riferimento alla testimonianza di Marco Polo che, durante la sua permanenza in Cina dal 1271 al 1295, ebbe modo di vedere una carta speciale impiegata per fare pagamenti. L’uso della carta moneta in Europa si fa risalire al XVII secolo a seguito dell’invenzione del 1658 attribuita a Johan Palmstruch (1611-1671), direttore della Banca di Stoccolma. Le “fedi di credito” dette “cedole”, stampate su carta speciale filigranata, appaiono alla fine del XVIII. E’ del 1788 la cedola di 80 scudi stampata su carta filigranata prodotta dalla Cartiera di Pietro Miliani. Mannucci ricostruisce la storia della carta moneta in Italia e rileva l’importanza dell’innovazione nella filigranatura della carta con effetto di “chiaro scuro modellato” che richiede una complessa tecnica e l’apporto specialistico di più esperti, fra i quali l’incisore della cera e il filigranista, per arrivare al punzone in rame. Dopo una serie di perfezionamenti il nuovo tipo di filigrana appare nella carta per biglietti di banca prodotta, con la nuova tecnica “dei due e dei tre strati”, dai provetti cartai fabrianesi Fornari e Miliani alla fine del XIX secolo. Sulla base dei documenti conservati nell’Archivio Storico delle cartiere Miliani, il dottor Mannucci prende in esame gli studi intrapresi da Giambattista Miliani per perfezionare le carte valori e quindi aumentare la sicurezza contro le falsificazioni, riuscendo, dopo una serie di prove, ad ottenere, “un biglietto che ad una buona resistenza meccanica unisce un altrettanto buon effetto di filigrana”. Nasce così quel tipo di carta che Miliani definisce “a doppio effetto”. Per il nuovo tipo di produzione di carte valori nel 1893 Miliani ottiene l’attestato di privativa industriale da parte del Ministero dell’Agricoltura , Industria e Commercio. A questo punto Mannucci attribuisce al Miliani il merito di avere fondato a cavallo dei secoli XIX e XX “ una vera scuola di incisori della cera per la preparazione dei punzoni di rame con il procedimento galvanoplastico”. Una scuola che si avvale dell’opera di Giuseppe Bianchi (1808-1877), medaglista e incisore dei Sacri Palazzi Apostolici, artista noto per aver realizzato il medaglione in onore di Pio IX, e del celebre incisore Serafino Cilotti (1868-1943) autore nel 1917 della meravigliosa “Madonna della Seggiola” di Raffaello, maestro di valenti allievi autori di opere ora in mostra permanente nel Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano. Mannucci precisa che sono numerose le opere uscite da quella scuola e sostiene, con la competenza che lo distingue, che i “ ritratti di eminenti personaggi storici e capolavori del Rinascimento italiano incisi in cera e riprodotti in carta, sono da considerare una nuova forma di espressione d’arte figurativa, di delicata finezza e grande suggestione emotiva”,
Si deve alla memoria storica di Ulisse Mannucci se vengono ricordati i nomi di questi artisti con alcune delle loro opere a cominciare da Angelo Bellocchi (1980-1939) con il suo Umberto Nobile trasvolatore del Polo Nord, a seguire Virgilio Brozzesi (1869-1946) con il ritratto di Benito Mussolini in divisa di generale della milizia fascista, Aldo Frezzi (1885-1972) con i ritratti di Giambattista Miliani, D’Annunzio, il generale Diaz. “Il palazzo del podestà con fontana” di Fabriano è opera dell’incisore Luigi Casoni (1920-2001) di Pioraco, noto anche per le incisioni delle “testine” per banconote italiane. Di Eraldo Librari (1920-1988) si ricordano il Cristo del Reni, di grande drammatico effetto e alcuni personaggi storici come Leonardo, Michelangelo, Raffaello, Mazzini, i pontefici Giovanni XXIII e Paolo VI. Eraldo è anche raffinato scultore dei busti di Camillo Ramelli, Giambattista Miliani, Engles Profili. Del virtuoso artista, al quale è stata dedicata una sala del Museo della Carta e della Filigrana, si può leggere la biografia tracciata da Terenzio Baldoni nella sua recente opera Artigiani e artisti del legno a Fabriano dalla fine dell’Ottocento ai giorni nostri, stampata in elegante veste editoriale nel 2019, dove è nominato anche Luigi Filomena (1910-2001) incisore della Natività capolavoro del pittore Gentile da Fabriano, della Sacra Sindone, di Giuditta e Oloferne, del profilo di Dante Alighieri e del filigranologo Charles M. Briquet. Pregiati incisori che hanno seguito le orme artistiche di Eraldo sono il figlio Franco e la nipote Rita Librari, tuttora attivi e noti per le loro meravigliose opere che contribuiscono a mantenere alto il primato di Fabriano città della carta e della filigrana. Delle molte incisioni di Franco Librari piace ricordare il David di Michelangelo, Giovanni Paolo II, la Madonna di Chestokowa, Elisabetta II, il Cremlino, il “ragazzo con cesto di frutta” del Caravaggio.
Mannucci nelle citate monografie ricorda gli incisori su cera per esaltare il pregio delle loro opere alcune delle quali, per volontà del dott, Enrico Tonalini (1900-2000), direttore generale delle Cartiere Miliani, nel 1973 vennero inviate alla “Mostra delle filigrane” promossa dal “Gruppo amici della Badia di Torrechiara. Parma”. Nella nota introduttiva al catalogo Angelo Ciavarella (1915-1993), direttore della Biblioteca Palatina di Parma e presidente del Museo Bodoniano, precisa che nella “Mostra vi è rappresenta della celebre Cartiera di Fabriano, accanto ad alcuni oggetti evocativi del remoto passato, come il modellino dell’antico maglio per la riduzione degli stracci in pasta di carta, una serie assai ricca di filigrane artistiche. […] Vi figurano anche vari strumenti per la realizzazione delle stesse, dalla cera al punzone (stampo e controstampo), alla forma relativa , ai campioni di carta per banconote a doppio effetto, con filigrana a più colori […] e poi i legni delle xilografie originali di Petrus e infine campionari di carta a mano.
Per quella mostra, che ebbe risonanza notevole, fu diffuso il relativo catalogo, stampato su carta Ingres Cover delle Cartiere Miliani, dove sono elencate anche le filigrane esposte con i relativi nomi degli incisori fabrianesi, ossia degli artisti e dei cartai ai quali, come afferma Mannucci, va riconosciuto il merito di aver contribuito a rendere famosa nel mondo la “Città della carta” e della filigrana,
Socio fondatore di Labstoria
Pubblicato: settimanale «L’AZIONE» 19 dicembre 2020, pag. 23.